Loft Racing Blade
Come promesso sul quarto numero dell’anno di Wind News,… eccovi la versione completa di alcuni free test, “assaggiati” sul magazine di giugno/luglio attualmente in edicola.
Il nostro amico di vecchia data Claudio Chiaves ha provato la Loft Racing Blade 2016 7,8…
Quest’anno le nuove Loft Racing Blades sono state consegnate in anticipo in Italia e noi non ci siamo lasciati scappare l’occasione per metterle immediatamente alla prova nelle fredde acque del Garda a Torbole.
Analisi a secco
Queste vele, concepite dal velaio guru Monty Spindler, offrono una particolarità unica, ovvero la possibilità di poterle montare anche sulle misure grandi (fino a 8,6) usando anche gli alberi RDM. Nella sacca, infatti, è presente infatti un doppio set di cambers.
Il principale e indubbio vantaggio è l’assenza (praticamente) totale di rotture (nessuno di noi ha mai visto esplodere un albero RDM sulla spiaggia). Inoltre, regalano un vantaggio di facilità d’uso e di prestazione non indifferenti per i surfisti non troppo allenati e anche per coloro che pesano sotto gli 80 kg. Monty in persona, questa estate a Tarifa, mi ha spiegato che lui stesso usa questo tipo di albero per il vantaggio che ne consegue, specialmente in condizioni choppate per la maggiore flessibilità dell’albero. E in acqua lui è terribilmente efficace.
Rispetto agli anni precedenti la nuova release presenta alcune particolarità che balzano immediatamente agli occhi. Nell’ultima versione tutti i tendi-stecca sono tutti accessibili dalla balumina e questo permette di regolare con maggior finezza la tensione delle stecche senza dovere smontare ogni volta la vela per le quattro stecche superiori.
Inoltre, il materiale tramato che costituiva la caratteristica principale che caratterizzava le Loft è stato sostituito da un monofilm trasparente sempre arancione e abbastanza spesso. Questo cambio di materiale, da fedele utilizzatore delle vele Loft, mi ha lasciato abbastanza sorpreso e interdetto, ma Monty mi ha rassicurato, affermando che la resistenza del materiale è simile e sarei stato, comunque, piacevolmente sorpreso dal miglioramento delle prestazioni.
Posso comunque affermare che la vela, dopo già parecchie uscite è ancora come nuova e non presenta il minimo segno di usura. Vedremo nel corso della stagione, anche se avremmo preferito in ogni caso almeno il pannello di base in tramato.
Prova in acqua
La vela è stata provata a Torbole nella misura 7,8 che costituisce la scelta tipica per il 90% dei racer turistici. Ho utilizzato come tavole l’RRD 114 V7 e 108 V8, in condizioni disparate, da limite della planata fino a completa sovra invelatura e tutto quello che sta in mezzo a queste due situazioni estreme. Ho un’idea piuttosto chiara delle versioni precedenti avendo posseduto e utilizzato le versioni 2013/2014/2015 nel corso delle stagioni precedenti. La vela è stata montata e provata con l’albero della misura prevista, ovvero 460 sia in versione RDM che SDM.
Per il montaggio consiglio di perdere un po’ di tempo sulla regolazione delle stecche che è molto importante e spesso sottovalutato ma che consente alla vela di respirare e rimanere stabile allo stesso tempo. Caricabasso completamente tirato secondo le misure riportate sulla vela, pulegge contro pulegge. Tack strap cazzato assolutamente a manetta.
La vela presenta un feeling abbastanza diverso rispetto alle versioni precedenti: molto più diretto e leggero. Come outline e curva d’albero è molto simile alla versione 2015 ma la sensazione è diversa, sembra quasi meno “gommosa” e più immediata rispetto a ogni raffica di vento. Il centro velico sembra inoltre leggermente avanzato e la pressione è distribuita equamente sui due piedi. Con l’albero RDM la vela risulta più piatta e più facile da portare anche il condizioni di sopravvivenza in quanto l’albero scarica di più, soprattutto nel passaggio sul chop e permette di non scomporsi. Con l’albero standard la forma della vela è più panciuta e anche l’inizio di planata è più precoce ma nel vento, soprattutto per i leggeri, diventa molto più fisica e bisogna avere allenamento e forza per portarla sempre al 100%. La rotazione dei cambers è facile (particolarmente con l’albero RDM) e si effettua con un colpo non particolarmente secco quando la vela prende vento sulle nuove mura. Risente fortemente della tensione della seconda stecca dal basso, quindi, se ci sono difficoltà, allentatela leggermente!
Conclusioni
Una vela di alte prestazioni, anche in confronto con le competitor presenti al lago, che risente assai poco dei cali di vento ed è portabile (con l’albero RDM) fino alle condizioni che non avrei pensato, mantenendo sempre l’acceleratore schiacciato. In sostanza… promossa con piena lode.
Che sorpresa. Giusto ieri sera ero a cena con Claudio e parlavamo dell’articolo sul cartaceo!
Non sapevo che sarebbe arrivato anche qui!
Grande Claudione. La prossima cena la paghi tu!
Cassik