Airwindsurf… il rig!
A voler essere assolutamente sinceri, non ci sono molte “cose windsurfistiche”, dopo quasi 30 anni di Wind News, che mi stupiscano più di tanto…
Di “panzane” per voler essere fini… spacciate per innovazioni che avrebbero rivoluzionato il mondo del windsurf, in tutti questi anni ne ho visto passare, scomparire, ritornare in auge e riscomparire una riga e una sporta… e solo alcune si sono rivelate delle “trovate” serie.
L’Airwindsurf di Ricci sembra proprio una di queste ultime visto che è riuscita a suscitare il mio interesse aldilà di quello “dovuto” al mio lavoro di capo redattore… e questo succede soprattutto quando ho possibilità di toccare con mano le varie novità.
Dopo aver gonfiato l’Airwindsurf (150 litri gonfiabile e planante a palla…) di cui vi abbiamo parlato in altra news, oggi a pranzo, in attesa del termico, mi sono dedicato a montare l’Airwindsurf rig da 6,0 mq contenuto nella sua comodissima sacca.
Più che una sacca, uno zainetto neanche troppo grande, che “ospita” un albero rdm carbon 80 430/21 in 5 pezzi, un boma 170/230 in due pezzi, una vela ripiegata per la sua lunghezza e poi arrotolata…
Finalmente ho capito cosa serve quella banda bianca che avevo visto nelle foto action della lancio dell’Aiwindsurf… ad un’occhiata disattenta, avevo pensato ad una banda di tessuto atta a sorreggere il profilo… è invece la porzione di tessuto su cui si ripiega la vela (il monofim si spezzerebbe…) e su cui si piegano anche le stecche.
Le stecche sono infatte formate da due pezzi che si innestano uno nell’altro con grande facilità, poi basta tensionarle per farle diventare un tutt’uno.
Uniti i 5 pezzi dell’albero che sono per fortuna numerati, basta inserire l’albero nella vela, montare il boma anch’esso in due pezzi, più i terminali regolabili (il boma diventa bello rigido una volta montato…), trimmare la vela ed uscire a planare a palla anche con pochi nodi… cosa che spero di fare appena finito di postare questa news sul sito.
Il rig, nonostante i vari innesti dell’albero in più, è tutto sommato discretamente leggero e sono veramente curioso di vedere come si comporta questa nuova creazione di RRD.
Per fortuna mi avvisano ora che il termico si sta avvicinando a riva ed il fatto di avere la redazione a 200 metri dal mare… ci fa stare, molto, ma molto… sereni… ah, ah, ah!
Date un’occhio alle foto che sono più “intuitive” di tante spiegazioni…
Boooh!
Fatico ad immaginare cose “meno windsurfistiche” di questa, ma di solito RRD ci prende, per cui … cerco di capire!
Immagino possa tornare utile ad una famiglia che va in vacanza in auto, con ovvi problemi di ingombro, verso posti dove non esistono centri windsurf. Ma se minimamente mancano una o più di queste condizioni, allora l’utilità finisce: non avrebbe senso comprare un singolo oggetto (immagino non economicissimo) rispetto ad affittare ciò che serve (eventualmente in numero superiore ad uno), né usare un’attrezzatura dalle prestazioni sicuramente limitate causa rigidità non ottimale. Ho anche dubbi sul fatto che chi si trova ad avere le suddette limitazioni possa però avere voglia di spendere per un oggetto che mi sembra solleticare più la curiosità che l’adrenalina.
Non posso invece avere dubbi che, ricorrendo le condizioni elencate, possa essere la soluzione cercata da alcuni vacanzieri. Quanti di questi esistano nella realtà, immagino che RRD si sia fatta i suoi conti e lo sappia molto meglio di me.
A meno che si tratti semplicemente della dimostrazione di un concetto, senza particolare utilità pratica e/o commerciale?
Ciao… vedila così: i surfisti vancazieri, quelli che praticano il windsurf solo stagionalmente, quelli che si avvicinano al windsurf dopo il corso base sono molti di più di quanto si possa immaginare: tanto che da quando la settimana scorsa ho postato la news riguardante l’Airwindsurf (tavola) ho ricevuto un sacco di mail di surfisti interessati e ieri la news sul air rig in due ore dalla sua pubblicazione ha avuto un picco di quasi 500 visite…
Non dimenticare che noi siamo lo zoccolo duro del windsurf e solitamente non guardiamo con molto interesse ad un prodotto del genere. La stessa cosa la registri nel sup… personalmente non mi comprerei mai un gonfiabile per scendere le onde, ma la maggioranza dei suppisti ricreazionali si sono rivolti a queste tavole tanto che quest’anno, a sentire in giro le varie ditte, i sup gonfiabili hanno fatto la parte da leone nelle vendite.
Detto questo l’Airwindsurf è da prendere in cosiderazione per la sua duttilità, praticità e perchè è ideato veramente bene. E’ un prodotto che può interessare a tutti quelli che navigano con i freeride da 150 litri, prendi ad esempio i vecchi Techno… trovano una tavola che sta, ripiegata, nel confano dell’auto, che ha un costo non bassissimo, che si aggira sui 1300 euro (immagino solo per la scafo), ma che ti permette di fare windsurf con le tue vele senza per questo comprare l’air rig dedicato. In più con la sola “mossa” di togliere le straps e cambiare pinna… lo puoi usare come sup. Il classico… due piccioni con una fava!
Detto questo se parliamo di prestazioni windsurf, la tavola è più rigida di un gonfiabile normale, monta la scassa tuttle e una pinna da 42 cm: dopo il test ti saprò dire se va meglio o peggio di un freeride normale.
Tengo però a mente che John Skye ha fatto quasi 35 nodi di velocità massima con una tavola RRD gonfiabile da speed derivata dall’Airwindsurf… vedremo!