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Makani fins: freetest!

Tra il dire ed il fare, come si suol dire… c’è di mezzo il mare e nonostante i buoni propositi sul secondo numero dell’anno di Wind News (febbraio/marzo 2018)… “lima” di qui, “lima” di là… non c’era più spazio per nulla, almeno di non pubblicare le news in corpo sei… che vista l’eta media, ci costringerebbe ad offrire una lente d’ingrandimento come gadget… ah, ah, ah!
Visto il nostro “braccino corto” molto ligure… una bella riga di materiale che non ha trovato spazio sul cartaceo, lo dirottiamo qui sul “capiente” sito che in origine era nato proprio per questo: cominciamo con una sorta di freetest delle pinne Makani a cura di Fabrizio Ferretti.

Dopo tanto tempo passato ad insegnare windsurf ed a cimentarmi con performanti attrezzature da slalom, da qualche anno ho riscoperto il puro piacere del “free-riding”, nel senso che cerco di uscire sempre con il solo obiettivo di raggiungere il massimo del divertimento.
In quest’ottica ho cercato anche di migliorare il mio approccio con le onde e nel tentativo di aumentare la possibilità di allenarmi in questa disciplina ho da poco acquistato un Goya Quad 118 usato, al quale, visto il mio peso rilevante ed il mio piedino non proprio da fata, avevo necessita di trovare delle pinne che mi garantissero sia una buona bolina sia manovrabilità e tenuta anche con vele grandi.

Da buon marinaio ho iniziato a navigare su internet alla ricerca forse dell’impossibile. A forza di visitare siti più o meno famosi, mi sono imbattuto in pinne a dir poco stravaganti ma che, dopo aver approfondito le teorie alla base del loro funzionamento, mi hanno così convinto che ho deciso di acquistarle sia in versione singola il modello HB CONCEPT che in versione multifin con il modello PIRANHA.

Sto parlando della canadese  MAKANI FIN COMPANY la quale realizza, grazie alle idee innovatrici di Louis Genest e sotto la supervisione di Jean-Robert Wilhelmy, dei prodotti  che si ispirano al funzionamento delle pinne laterali delle balene e che presentano un profilo d’ingresso segmentato in cui ogni “dente” ha un suo ben preciso profilo laterale creando una ben precisa particolare profilatura anche sui entrambi i lati della pinna.
Impaziente di provare queste nuove appendici alla prima occasione che mi si è presentata, mi sono buttato in mare in condizioni in cui sinceramente non avrei mai utilizzato una pinna da 28 cm: infatti l’ho montata sul freestyle wave RRD da 116 litri, tavola larga ben 70 cm, motorizzandola  prima con una Goya Nexus 6.9 e poi con una Banzai 6.2, entrando in acqua, molto scettico, pensando già di rimpiangere il suo, per me normale abbinamento, con la pinna di serie da 34 cm.
Il breve test, solo un’oretta, non mi ha permesso di fare una comparazione vera e propria con un’altra pinna, ma utilizzando questa tavola ormai da 4 anni ed avendola provata in tante condizioni, posso sinceramente affermare che mi ha entusiasmato confermando tutte le caratteristiche dichiarate dalla MAKANI FIN COMPANY: le pinne riescono ad avere un ottimo angolo di bolina, un ottima manovrabilità al quale aggiungerei sia un’ottima tolleranza e reattività nei salti sul chop, dove permettono con molta più facilità una ripartenza in planata, sia un’ottima precisione e confortevolezza in strambata, dove mi è sembrato che venissero attutiti i tipici “saltelli” sul chop.
Con questa tavola io non ho mai usato pinne più corte di 29 cm (e comunque con vele abbinate intorno ai 5 metri) quindi per me il test è stato veramente sorprendente.

Fortunatamente dopo pochi giorni ho avuto la possibilità di testare anche il set Quad per il mio Goya 118, composto da due pinne posteriori di 19 cm e due anteriori di 9 cm, tutte modello Piranha, dandomi un ulteriore conferma sulle ottime caratteristiche delle pinne già emerse con la precedente prova del single fin. Anzi, in considerazione delle condizioni del test, vicino al limite massimo consigliato, con vela da 4.7 e raffiche a 30 nodi, devo aggiungere che l’ottimo twist delle pinne, mi ha permesso di gestire anche le raffiche più forti senza fastidiosi “svolazzamenti”, dandomi la sensazione di avere tutto sotto controllo.
In considerazioni di queste  prestazioni le pinne vanno però, a mio avviso, ben dimensionate con la tavola su cui si ha intenzione di utilizzarle per non incorrere in un sovra-dimensionamento che potrebbe invece ridurre le prestazioni. A tal proposito sul sito web della ditta produttrice c’è un “Fin Selector” che  permette di capire sia il modello che la giusta misura di pinna da utilizzare in base alla tavola, vela e peso del surfista. Qualora non trovaste una giusta corrispondenza o non rientraste in quello schema, potrete sempre contattare il disponibilissimo Louis che vi darà i giusti consigli.
MAKANI FIN COMPANY non produce solo questi due modelli particolari di pinne ma pinne anche dalle linee più “classiche” che anche io ho acquistato ma che non ho ancora avuto occasione di provare, nonché pinne per SUP e KITE.
Per ulteriori informazioni si queste interessanti novità del mercato potete visitare il sito www.makanifins.com,  se poi volete ulteriori mie impressioni o magari testarle potete contattarmi via email all’indirizzo fabrizio@kiaorana.info.
Un saluto Fabrizio