Test JP Australia MagicAir 150 2019
Il JP Australia MagicAIR, lanciato a metà della scorsa stagione, è tra i più interessanti windsurf gonfiabili in circolazione. Viene fornito con la sacca-zaino che contiene tutto l’occorrente e cioè la pompa, una pinna JP Ride powerbox da 44 cm e 4 strap che possono essere piazzate in posizione esterna o interna a seconda delle esigenze e del livello del rider. La qualità delle strap è ottima e riprende perfettamente quelle classiche, anche se non si fissano tramite viti, ma bloccandole su dei tasselli già presenti di serie sulla coperta che è tutta in EVA. Per la costruzione JP ha sfruttato la tecnologia “Superior” a tre strati pre-laminati rinforzata da due longheroni longitudinali in carena e coperta, già apprezzata in ambito SUP. La rigidità del MagicAIR, anche grazie ai soli 250 cm di lunghezza, è ottimale. La vera novità, rispetto ai gonfiabili del passato riguarda la parte che lavora maggior- mente in acqua e cioè la poppa. Questa beneficia di una minigonna integrata in PVC rigido che con- torna gli ultimi 80 cm di poppa. Il rilascio del flusso d’acqua è quindi molto simile a quello di una tavola classica.
La curiosità di provarla in acqua era tanta, anche se il chop di Torbole non regalava particolare ottimismo circa l’esito del test. Ed invece questo MagicAIR ha sorpreso per le sue doti di inizio planata. Ripensandoci, si poteva immaginare: la tavola galleggia molto fuori dall’acqua e quindi basta un leggero spunto per entrare in planata ben prima, vi garantisco, degli omologhi freeride con cui condividevano l’uscita.
È in andatura che si notano le differenze con le tavole rigide. Il chop, infatti, disturba un po’ l’avanzamento, ma la direzionalità è supportata adeguatamente dalla pinna che compensa quello che si perde per l’assenza di veri bordi nella parte anteriore della tavola. La strambata va affrontata con curve molto docili e larghe. La presa dei bordi sotto le strap è buona ma ovviamente inferiore a quella di una tavola rigida, anche se l’uscita in planata è comunque aiutata dall’importante volume.
In conclusione possiamo dire che l’evoluzione verso un vero windsurf gonfiabile ha preso sicuramente la strada giusta. Se la domanda è “può un freerider divertirsi con un MagicAIR?” la risposta è sicuramente affermativa, se si accetta di perdere qualcosa in maneggevolezza e prestazioni assolute. Il confort invece è ottimale e se avete problemi logistici col trasporto del materiale, il MaigcAIR è la vostra soluzione. Oltre al MagicAir, esiste anche l’ExplorAir 200 (che deriva dal Explorer), più rivolto ai principianti.
NB: clicca sull’immagine sotto per leggere il test in alta risoluzione
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